mercoledì 18 settembre 2013

"Cigni selvatici"

Con l'aiuto spirituale di Mao, Confucio o chi per loro, sono riuscita a finire  "Cigni Selvatici" di Jung Chang. È stato uno dei libri piu belli ed impegnativi che abbia mai letto. L'autrice racconta la storia vera di tre donne (la nonna, la mamma e lei stessa) che vivono da vicino e lontano le vicende del popolo cinese.
La narrazione delle vicende che riguardano la nonna ha inizio intorno agli anni 20, quando ancora la Cina era un mondo feudale comandato dai Signori della guerra, e arriva fino agli anni Ottanta, quando l'autrice riesce ad emanciparsi da un mondo di violenza, fuggendo in Europa grazie ad una borsa di studio. E in mezzo a tutto questo ci sono le invasioni degli stranieri (giapponesi e russi), la diffusione del comunismo, vista inizialmente come arma di salvezza, poi come ideologia, poi cone ipocrisia e violenza, la follia di Mao, la Rivoluzione culturale e la fine del dittatore.
Lo stile è asciutto, lineare, ma al tempo stesso non scarno, con un linguaggio ricco ma che non si crogiola nel patetico o nel romanzato. Nella prima parte del libro il ritmo è lento, ma, con l'adesione della madre al comunismo, si legge tutto d'un fiato. Sembra non ci sia limite all'aberrazione umana, poi...all'improvviso, qualche aneddoto positivo, la solidarietà, l'amore, la poesia, un ricordo dolce fanno tornare a sperare.
Bellissimo e consigliatissimo.

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