mercoledì 31 ottobre 2012

Si parte!

Si parte per il ponte... un po' di vacanza anche per me, che non faccio niente da mattino a sera! Niente contest Piccola Pasticceria ma prometto un reportage dalle terre d'Oltralpe al mio ritorno.

martedì 30 ottobre 2012

Haute cousine

Ieri la Pivellina è stata per la prima volta a giocare da sola (senza mamma) da una sua amichetta. E' stata dura, ma io (mamma) sono riuscita a sopravvivere Lei pare non essersi nemmeno accorta della mia assenza.
Ha giocato con la cucinetta della sua amica e le è piaciuto molto (e questo mi riempie di gioia perché nel tempo libero gliene sto fabbricando una) e quando la mamma della sua amica le ha chiesto : "Cosa stai preparando?", lei ha risposto : "Un CAPPERO!"

lunedì 29 ottobre 2012

Torta piselli e pitine

Questa settimana nessuna ricetta di PICCOLA PASTICCERIA.
Siamo state impegnate con una torta per il compleanno del Dr. Green. Niente ricette strane o articolate: torta margherita con piccolo tocco di cake design.
Premesso che noi di cake design non sappiamo nulla, abbiamo acquistato la pasta di zucchero bianca e verde già pronta al supermercato e abbiamo decorato la nostra opera con le formine per biscotti e i cioccolatini colorati. Non è una classica torta da cake designer, ma la Pivellina si è divertita tanto e, inoltre, è la mia prima incursione in questo mondo...

venerdì 26 ottobre 2012

Amica immaginaria

Ieri eravamo a tavola, la Pivellina ed io, ed è partito un loop di demenzialità in cui lei ha inventato una storiella basata su un personaggio dal nome grottesco.
Mamma:- E come si chiama la tua amica?
Pivellina:- PutANNA
Mamma (trattendendo le risate): - Come?scusa?
Piv:- PutANNA
M.:- ah.. che nome strano..
Piv:- E' piccolina, ha un anno e mezzo.
M:- E dove abita?
- In una casetta nel bosco a Milano.con la sua mamma. e con la Babi.
- e cosa fa?
- fa i balletti con il tutù
- e poi?
- Si sporca e papà dice "no, no, no"
- Poverina
- no poverina, fa il bagnetto. PutANNA è una femmina.

Credo che potrebbero scrivere un trattato di psichiatria su di noi.

Non vedo l'ora!

Dialogo con la Pivellina, che dimostra, ancora una volta, le sottigliezze con cui ci parlano i bambini:
Mamma: - Che bello! Ora andiamo in piscina! Io non vedo 'ora! E tu?
Pivellina: - Io ci vedo.

martedì 23 ottobre 2012

Mamme a tempo pieno - mamme che lavorano - Io (2° parte)

Mamme che dopo la gravidanza continuano a lavorare...Fanno bene se:

- Hanno un lavoro che le gratifica... E intendo soprattutto un lavoro che le soddisfi e le faccia crescere. Del discorso economico mi interessa relativamente,  idem del prestigio sociale e del ricoprire un ruolo o uno status. In Italia, oggi, credo che siano in poche a potersi permettere di svolgere un lavoro che le appaghi totalmente. Purtroppo.

- Riescono comunque a dedicare una buona parte di tempo di qualità ai propri figli.

- Il lavoro non incide troppo sulla loro qualità della vita

- Hanno un marito o un compagno che comprende le grandi acrobazie che svolgono nella vita quotidiana ed è pronto a fare la sua parte nei lavori domestici e nella cura dei figli.

- Il loro stipendio fa davvero la differenza. Quando mi sono messa a cercare lavoro, quei pochi colloqui andati a buon fine - ovvero quelli che non venivano bruscamente tagliati nel momento in cui dicevo di avere una figlia di pochi mesi- erano per posti di lavoro con stipendio medio/basso. Si parlava di 800/900 euro per un full time. A casa facevo due conti: quella cifra mi sarebbe stata risucchiata da varie voci (benzina, asilo nido, pranzi fuori casa etc etc) e il risultato è sempre stato che mi sarebbe costato di più andare a lavorare che stare a casa!

Mamme che dopo la gravidanza decidono di dedicarsi a tempo pieno ai figli... Fanno bene se:

- A loro piace fare le mamme. Sembra una banalità ma tante mamme hanno figli ma non sono particolarmente appassionate di cose "mammose". Ad un certo punto della loro vita si sono ritrovate ad affrontare una gravidanza: incidenti di percorso (sembra assurdo ma nel 2012 capitano ancora!), pressioni del compagno, dei genitori, degli amici...etc etc e si ritrovano ingabbiate in un ruolo che non condividono e che si sentono stretto. Ci sono donne, invece, che si appassionano di educazione, ma anche di cura della casa, di cucina etc etc

- Riescono comunque a dedicare qualche ora alla settimana a qualcosa di esterno alla famiglia. Sia un corso di nuoto, giardinaggio o la pizza con le amiche. Un piccolo stacco per avere la carica giusta e non sentirsi troppo isolate dal mondo

- Lo fanno bene. Spesso, non essendoci una netta scansione tra il tempo da dedicare al lavoro domestico e quello per i figli, si cerca di fare tutto contemporaneamente, dando retta velocemente ai bambini o di sfuggita. Inoltre, a farlo bene, è molto impegnativo: uscire , andare al parco, in piscina, in biblioteca...non sempre si avrebbe voglia. Occorre mantenersi allenate per riuscire ad avere uno sguardo "professionale" sul proprio operato di mamma.

- Hanno un marito o un compagno disposto a dare una mano e che non consideri il lavoro domestico una prerogativa femminile.

- Sanno gestire le risorse economiche familiari al meglio, evitando gli sprechi e pianificando bene gli acquisti e le spese.

- Non hanno un buon rapporto con la suocera...Ricordate...Una nuora che resta a casa dal lavoro per occuparsi dei figli, per una suocera, è il massimo della disgrazia!

Mamme a tempo pieno - Mamme che lavorano - Io (1° parte)

"Allora, quando rientri al lavoro?"

A volte mi è stata posta questa domanda , anche da persone che conoscono perfettamente la mia situazione, che, per onor di cronaca, proverò ad esporre qui, in breve.

Laurea in lettere con indirizzo geografico - durante l'Università ho fatto tutti i lavori che mi capitavano a tiro, per non pesare economicamente sui miei genitori (educatrice, commessa, promotrice, inchieste di marketing, barista, guida turistica, assistenza mensa, lezioni private..) - dopo la laurea lavoro per 8 anni in un'agenzia di viaggio nel centro di Milano, con orari impossibili e contratti a tempo determinato, sostituzioni maternità etc etc -  ottengo un contratto a tempo indeterminato per una compagnia aerea ed un tour operator - una guerra sconvolge il paese di origine della compagnia aerea per cui lavoro -  partorisco - la società per cui lavoro viene liquidata e io licenziata.- mi cerco un altro lavoro (senza diventare matta, tanto sfrutto la maternità e la disoccupazione inps) - nel frattempo torno a fare i lavoretti che mi capitano a tiro compatibili con l'essere mamma (lezioni private e baby sitting) - quando la Pivellina compie un anno inizio un corso di formazione che mi permette di lavorare facendo la mamma.

In tutto l'elenco di cui sopra ho trascurato, perché chiunque lo può immaginare, la mole di lavoro che consiste nel fare la mamma e casalinga.
Quindi, di fondo, nella domanda che mi viene posta c'è un errore: io non ho un posto di lavoro ove rientrare. Il mio lavoro, attualmente, è questo.

Anche se non posso farmi paladina di una situazione che mi è stata imposta sono davvero felice di non avere ripreso il mio vecchio lavoro, dopo la nascita della Pivellina. Mi sarebbe costato in termini di tempo e mi sarei persa...lei! Lei è stata una scoperta ogni giorno; ogni giorno è stato pieno e spesso davvero stancante, ma le sono sempre stata vicina, con la febbre, quando ha compiuto i primi passi e la prima volta che ha detto "mamma". Per me è stata la soluzione migliore. Per lei non lo so..magari, appena cresce un po' mi dirà: "Che palle, mamma, io volevo andare al nido!"





sabato 20 ottobre 2012

Amaretti

Continua il contest autistico (me stessa contro me stessa) PICCOLA PASTICCERIA.
A sorpresa, questa settimana, una ricetta che ho sempre immaginato difficile ma che, in realtà, è di una semplicità assoluta: gli AMARETTI.

Ingredienti:
180 g farina di mandorle
200 g di zucchero
4 albumi

Attrezzatura:
tasca da pasticciere

Mescolare lo zucchero e la farina di mandorle. Nel frattempo, montare a neve ben ferma gli albumi e amalgamarli al composto di zucchero e farina mescolando con un cucchiaio dall'alto verso il basso, con delicatezza. Riempire una tasca da pasticciere e fare dei piccoli mucchietti su una teglia ben imburrata e infarinata (o con carta forno). I mucchietti devono essere ben distanziati tra loro.
Lasciar riposare per 1 ora e infornare a 170° per circa 30 minuti. Servire freddi.

Difficoltà: 2/5 (ma perché io sono imbranata con la tasca da pasticciere)
Sana, veloce e naturale.

venerdì 19 ottobre 2012

Traumi, paure, fobie

Non si possono evitare e rappresentano proprio una fase di passaggio. Noi ci stiamo entrando a pieno ritmo. La Pivellina, che fino a ieri saltava in braccio a chiunque, guardava sorridendo immagini orribili di mostri e si metteva a ballare al ritmo dei Black Eye Peas, ora è un sussulto unico.
La scorsa domenica era in crisi. Eravamo invitati ad una festa di compleanno con tutti i bambini più grandi di lei. Sapendo quanto lei ami stare in mezzo agli altri non mi sono preoccupata più di tanto di prepararla a quello che sarebbe accaduto. Le ho semplicemente detto :"Andiamo al compleanno di Martina a giocare con tanti bimbi". Appena arrivati, c'era una grande confusione e, in mezzo a tutti i bambini, ce n'era uno con la faccia truccata di verde, da mostro. Appena la Pivellina l'ha visto ha avuto un sussulto e non è più stato possibile tenerla nemmeno nella stessa stanza. Piangeva e si aggrappava a me dicendo "A casa!A casa!". Abbiamo resistito un'oretta ma era troppo sconvolta e non sono nemmeno riuscita a mostrarle, con l'aiuto del bambino, che si trattava di un trucco.
Riflettendo sull'episodio mi sono ricordata che in tutti i manuali sullo sviluppo infantile che ho letto c'è una sezione, intitolata "PAURE". Generalmente si trova in fondo e io non ci ero mai arrivata, pensando che l'avrei letto quando la Pivellina sarebbe stata più grande. Ora è arrivato il momento di andarlo a scovare. Ecco cosa "portarsi a casa":
  • La maggior parte dei bambini viene assalito da un periodo di paure e questo avviene proprio quando stanno attraversando fasi di intensa attività di apprendimento. Autonomia e indipendenza creano un forte scombussolamento e le fobie servono a richiamare le energie per adattarsi a questo tipo di novità: imparando a controllare le sue paure, il bambino impara a controllarsi in tutta la sua spinta all'apprendimento.

  • L'adulto deve "rispettare" il diritto del bambino ad avere paura di fronte a nuove esperienze invasive. Occorre ascoltarlo e capire esattamente di cosa ha paura. E poi è bello rassicurarlo dicendo che tutti i bambini hanno delle paure e che quando sarà più grande riuscirà certamente a sconfiggerle.

  • Se possibile, il genitore deve preparare il bambino a quello che dovrà affrontare e che potrà risultare fonte di fobie.

  • Nel momento in cui si scatena una crisi da fobia (ovviamente se non è notturna) l'adulto deve accettare che il bambino possa essere sconvolto e non si voglia staccare da lui. Può accettare persino che "regredisca"*, che si faccia cullare, che cerchi di ciucciarsi il dito, o che voglia il suo pupazzo preferito. E' contro producente spingerlo a superare in fretta la cosa. Si può cercare di coccolarlo per un momento ma sempre senza cedere alle sue richieste (nei limiti del possibile....ovviamente è meglio evitare che pianga disperato per 15 minuti di fila). Ad esempio se vuole andare a casa o salire in macchina, è meglio non accontentarlo. E' preferibile stare magari un momento appartarti con lui, mostragli qualche gioco, provare a distrarlo per calmarlo. Se si cede troppo presto, un bambino potrebbe usare queste "crisi" trasformandole in capricci per attirare l'attenzione.

  • Può essere d'aiuto che l'adulto cerchi un alleato, un altro bambino o bambina (l'operazione con le femmine è più semplice) che possa mostrare al bambino in crisi che ci si può relazionare a una situazione difficile (ad es. accarezzare il mostro, spiegare che è finto...). Occorre che l'adulto eviti, però, frasi del tipo : "Guarda lui che bravo! Non fa come te che piangi!Vedi che non ha paura?"

  • Superata la crisi, quando il bambino è tranquillo, è possibile provare a fargli affrontare la sua paura indirettamente con attività collaterali. Il giorno dopo la festa la Pivellina ed io siamo andate in un negozio di giocattoli e abbiamo comprato dei colori per il viso. Tornate a casa abbiamo giocato a pitturarci. Niente di particolarmente spaventoso: baffi da gattino, lentiggini da Pippi Calzelunghe. Lei si è divertita e spero che abbia iniziato ad assimilare il concetto che si tratta di un gioco, di un trucco che si può togliere. Altra attività collaterale può essere la lettura di un libro. Io ho trovato particolarmente indicato, per i 20 mesi della mia bambina :
       Ashbé J., Michi e Meo - Che paura! Babalibri, Milano, 2009.

 
 
  •  Potrebbe non essere necessario ritornare sull'episodio o sull'argomento direttamente. Utile è, invece, portare spesso il bambino a fare delle cose insieme. Anche solo la spesa, al parco, a trovare un amichetto. Così facendo ha modo di osservare mamma e papà e, oltre ad accrescere la sua fiducia verso di loro, avrà modo di osservare come reagiscono a situazioni che per lui sono di pericolo.

  • Meglio evitare di farsi sentire mentre si racconta ad altri l'accaduto.

  •  Quando il bambino avrà finalmente vinto le sue paure è importante fargli notare il suo successo, per valorizzarlo e per consolidare la sua autostima
*: anche se odio questo termine
Per questo post ringrazio : Nonna Bubu, Brazelton, Insegnante di Acquaticità

lunedì 15 ottobre 2012

Acciambellati

Prima ricetta della mia nuova sfida culinaria: PICCOLA PASTICCERIA.
Biscotti, bignè, brioche, pasticcini...Ogni settimana una ricetta nuova!

ACCIAMBELLATI
Ingredienti per 4 persone:
1 kg farina (0 o 00)
300 g zucchero
5 uova
20 g lievito per dolci
1 bustina di vaniglia
0.5 dl latte
1 dl alcool
succo di 1 limone

Sciogliere il burro in un tegame con poco latte tiepido, quindi mescolarlo con zucchero, farina, uova, lievito e latte rimasto.
Impastare a lungo con le mani, con la pasta ottenuta formare dei serpentelli e, da questi, tante spirali compatte del diametro di 5 cm, da cuocere in forno già caldo a 200° per 15 minuti.


Nel frattempo mescolare lo zucchero a velo in 2 dl di acqua e portare ad ebollizione . Lasciare sobbollire il composto finché velerà il cucchiaio. Aggiungere succo di limone e alcool e lasciare sul fuoco ancora qualche minuto. Spennellare i dolcetti sfornati con questa glassa e lasciarli brevemente nel forno spento ma ancora caldo.

Difficoltà: 1/5
Ricetta da fare con bambini (manipolazione)
Nella foto: prima della glassa

venerdì 12 ottobre 2012

Strategie per vita domestica con BAMBINI 3

Andare in biblioteca

Ottima alternativa al parco giochi, la biblioteca è, per me, un luogo magico. Secoli fa, quando ero studentessa, adoravo passare il pomeriggio a studiare in biblioteca. Andavo, allora per comodità geografica, alla biblioteca di Casatenovo, in una villa ottocentesca, che era una vera meraviglia. Studiare in silenzio.
Immergersi tra le pagine di un libro.
Riassumere.
Pausa caffè (c'era sempre qualche amico di amico, compagno di treno, ex vicino di casa con cui parlare) e poi di nuovo a testa bassa.
I pomeriggi duravano sempre troppo poco.
Ora la Pivellina ama andare in biblioteca. I bambini entrano in un mondo che, anche per loro, è magico. Nella più piccola biblioteca c'è sempre un tavolino per i piccoli. Scelgono un libro, la mamma si siede con loro. Poi si passa a quelle più evolute.. Non solo libri, ma anche ceste con alcuni giochi, qualche tavolino in più . Ed infine eccoci a delle vere e proprie meraviglie: Biblioteca di Seregno e di Meda. Nella nostra zona sono davvero le più belle. Hanno un'area bambini davvero fornita, ampia. Tappeti, cuscini, divani, poltrone morbide, luci soffuse, tavolini, cesti con giochi di ogni tipo. I servizi igienici hanno un fasciatoio, un water piccolo tipo da asilo e lavandini all'altezza bambino. A Meda c'è anche un rotolo distributore di fogli per disegno e una parete con dei buchi (tipo gruviera) di varie dimensioni occupati da cuscinotti che è possibile spostare, scoprendo specchi e "passaggi segreti" che conducono ad altre sale.Oltre ad insegnare l'amore per la lettura (anche se non è detto)  si tratta di vere e proprie ludoteche LUDOTECA e, cosa fondamentale di questi tempi...sono GRATIS.
http://www.brianzabiblioteche.it/

Preparare un laundry planning
Non so ma da qualche tempo mi sembra che il bucato non sia più un problema. E' vero che la Pivellina si sporca leggermente meno di qualche tempo fa e che il Dottor Green ci sta mettendo un filo d'impegno nel mantenimento dell'ordine casalingo, ma la vera rivoluzione che ha migliorato la qualità della mia vita è legata a due novità fondamentali:

1) Acquisto asciugatrice (che io consiglio vivamente perché, se usata correttamente, non SI STIRA più)
2) Laundry planning - settimanale. Ognuno dovrebbe farlo in base alle proprie esigenze. Noi abbiamo una bambina piccola e andiamo a correre quasi tutti i giorni. Il mio schema è più o meno così:

LUN: Bianchi e rosa pallido, delicati (body, tutine colori chiari, pigiamini...) + lenzuola e biancheria casa
MAR
MER: Abbigliamento sportivo sintetico e colorati
GIO
VEN
SAB
DOM: bucato di tutti i giorni (calze, bavaglie, mutande, reggiseni, canottiere, jeans, pantaloni tuta, spugne.. etc etc) no colorati

Per il momento funziona abbastanza. Nei giorni liberi può capitare che ci scappi un mini bucato di altro, ma generalmente siamo ben organizzati. In inverno si aggiunge, in uno dei giorni liberi, la lana. Ovviamente, esclusi casi estremi di emergenza, le lavatrici si fanno  sempre dopo le 19.00 e le asciugatrici prima delle 08.00 (con la funzione di partenza programmata), per evitare spese alte a livello di bolletta Enel.

mercoledì 10 ottobre 2012

Prima di dormire

Uno dei momenti più belli della giornata è quando la mia Pivellina si sta per addormentare. E' sdraiata nel suo lettino e generalmente giochicchia con alcuni dei suoi oggetti preferiti, passandoseli da una mano all'altra e chiaccherando tra se' e se' conuna voce sottile sottile e strascicata. Poi all'improvviso silenzio e inizia a dormire come un sasso.
I suoi oggetti transazionali, al momento sono:
- Frollo : coniglietto di spugna
- Pitine : piccole palline colorate
- Qua qua : carte gioco dell'Esselunga che rappresentano una paperina.
- Un mio tesserino delle ferrovie nord, con tanto di foto della mamma.
A volte ripercorre quello che è capitato nella giornata, a volte ripete qualcosa che le abbiamo detto, a volte emette dei suoni, a volte canta.




Oggi è andata più o meno così:

"Mamma è caiina (carina) ct ct ct ct... bittotto (biscotto) per papà buono buono..Papà è caiino...Nonna Bubu è caiina. va beh beh va beh Luca e Danda (Luca e Alessandra). Li occhi, naso, bocca. Ct ct ct ct ct..E quando ero piccola come facevo..aoooo eoooo e quando piangevo è è è è è è è. Frollo.E pitine d'oro. Alla piscina con le bimbe. Bacino. Pesciolino d'oro. Sandokan"

martedì 2 ottobre 2012

Estevil

Io ci sono passata.
Un'amica, anche lei neomamma ma, diversamente da me, ben truccata, vestita alla perfezione e dallo sguardo sereno e riposato, mi ha sussurrato "Prova con il metodo Estevil, no?". Ed io sono stata tentata.
Io, che per fare addormentare la Pivellina le ho tentate tutte.
Io, che ho provato a svegliarmi anche 17 volte in una notte.
Io, che volevo prendere una badante che mi coprisse almeno una notte a settimana, per poter dormire.
Ma dopo essermi documentata sul metodo "Fate la nanna" non ce l'ho proprio fatta.
Il sonno, secondo Estevil, è un'abitudine e, in quanto tale, deve essere appresa e la si può apprendere sia a 0 che a 4 anni, quindi il metodo sarebbe applicabile a tutti i bambini. Un bambino appena nato, da quanto se ne deduce, è un essere assolutamente plasmabile e non c'è distinzione tra bimbi allattati al seno, a richiesta, o artificialmente. Già qui mi è scattato un campanello d'allarme. Nello specifico, poi, il metodo ha una serie di criticità. In sostanza funziona così:

- Prima di iniziare viene consigliato di avvisare i vicini che sentiranno il piccolo piangere molto, ma di non preoccuparsi, ha l'otite o sta mettendo i denti o ha le coliche (disturbi poco rilevanti e abbastanza cronici da rassicurare chi ci sta vicino)
- Si allestisce la cameretta come un ambiente piacevole..Pupazzetti, lucine, giostrine. Se il bimbo usa il ciuccio glielo si lascia per tutta la notte (il ciuccio? e se poi lo perde e si sveglia piangendo perchè l'ha perso?)
- Si trascorre un momento piacevole con il bambino, al termine del quale gli si dice che si esce dalla stanza ma che si è comunque vicini a lui (non occorre essere un pediatra per sapere che, se un bambino non vede la mamma, per lui la mamma non esiste..Non ha la capacità di capire che la mamma sta in un altro locale!)
- Si esce
- Il bimbo piange e i genitori hanno una tabellina che stabilisce dopo quanti minuti (o ore!) di pianto i genitori debbano rientrare nella stanza. Pian piano i rientri si diradano e nel giro di una settimana il bimbo dormirà una notte intera. Quando si rientra nella stanza non lo si deve assolutamente prendere in braccio ma bisogna dirgli "Siamo qui, siamo qui" o cantargli una ninna nanna.

Dopo aver letto questo metodo, personalmente ho deciso che non l'avrei applicato; mi sarebbe costato troppo pensare che mia figlia stava dormendo per rassegnazione ("Tanto la mamma non viene"). Inutile dirlo..Con lo svezzamento la situazione è migliorata e il sonno della Pivellina è stato più regolare (anche se aspetto ancora a cantare vittoria).


Estevil ritratta!

Lo scorso week end, tramite facebook, mi arriva questo link:
http://www.elpais.com/edigitales/entrevista.html?id=9446

E' il famigerato Estevil che ritratta.
Dice di aver compiuto delle ricerche che hanno rivelato che un neonato è immaturo per l'applicazione del suo metodo e che, per questo, deve essere riservato solo ai bambini al di sopra dei 3 anni.

Mi dispiace tanto ma:

1. Mamme e papà che l'avete applicato...Bastava buon senso per accorgersi che è basato su principi scarsamente scientifici, su una visione ottocentesca della pedagogia e della pediatria e su un desiderio estremo di fare soldi (anche con scelte sensazionali).

2. Provo un sottile piacere ripensando al papà di un piccolino di 8 mesi ad una festa di compleanno che mi elenca i successi ottenuti con questo metodo e che, di fronte alle mie perplessità, risponde: "Determinazione...Ci vuole determinazione, nella vita".

Per leggere un estratto agghiacchiante dell'intervista:
http://paternamente.blogspot.it/2012/09/incredibile-estivill-un-passo-indietro.html