venerdì 19 ottobre 2012

Traumi, paure, fobie

Non si possono evitare e rappresentano proprio una fase di passaggio. Noi ci stiamo entrando a pieno ritmo. La Pivellina, che fino a ieri saltava in braccio a chiunque, guardava sorridendo immagini orribili di mostri e si metteva a ballare al ritmo dei Black Eye Peas, ora è un sussulto unico.
La scorsa domenica era in crisi. Eravamo invitati ad una festa di compleanno con tutti i bambini più grandi di lei. Sapendo quanto lei ami stare in mezzo agli altri non mi sono preoccupata più di tanto di prepararla a quello che sarebbe accaduto. Le ho semplicemente detto :"Andiamo al compleanno di Martina a giocare con tanti bimbi". Appena arrivati, c'era una grande confusione e, in mezzo a tutti i bambini, ce n'era uno con la faccia truccata di verde, da mostro. Appena la Pivellina l'ha visto ha avuto un sussulto e non è più stato possibile tenerla nemmeno nella stessa stanza. Piangeva e si aggrappava a me dicendo "A casa!A casa!". Abbiamo resistito un'oretta ma era troppo sconvolta e non sono nemmeno riuscita a mostrarle, con l'aiuto del bambino, che si trattava di un trucco.
Riflettendo sull'episodio mi sono ricordata che in tutti i manuali sullo sviluppo infantile che ho letto c'è una sezione, intitolata "PAURE". Generalmente si trova in fondo e io non ci ero mai arrivata, pensando che l'avrei letto quando la Pivellina sarebbe stata più grande. Ora è arrivato il momento di andarlo a scovare. Ecco cosa "portarsi a casa":
  • La maggior parte dei bambini viene assalito da un periodo di paure e questo avviene proprio quando stanno attraversando fasi di intensa attività di apprendimento. Autonomia e indipendenza creano un forte scombussolamento e le fobie servono a richiamare le energie per adattarsi a questo tipo di novità: imparando a controllare le sue paure, il bambino impara a controllarsi in tutta la sua spinta all'apprendimento.

  • L'adulto deve "rispettare" il diritto del bambino ad avere paura di fronte a nuove esperienze invasive. Occorre ascoltarlo e capire esattamente di cosa ha paura. E poi è bello rassicurarlo dicendo che tutti i bambini hanno delle paure e che quando sarà più grande riuscirà certamente a sconfiggerle.

  • Se possibile, il genitore deve preparare il bambino a quello che dovrà affrontare e che potrà risultare fonte di fobie.

  • Nel momento in cui si scatena una crisi da fobia (ovviamente se non è notturna) l'adulto deve accettare che il bambino possa essere sconvolto e non si voglia staccare da lui. Può accettare persino che "regredisca"*, che si faccia cullare, che cerchi di ciucciarsi il dito, o che voglia il suo pupazzo preferito. E' contro producente spingerlo a superare in fretta la cosa. Si può cercare di coccolarlo per un momento ma sempre senza cedere alle sue richieste (nei limiti del possibile....ovviamente è meglio evitare che pianga disperato per 15 minuti di fila). Ad esempio se vuole andare a casa o salire in macchina, è meglio non accontentarlo. E' preferibile stare magari un momento appartarti con lui, mostragli qualche gioco, provare a distrarlo per calmarlo. Se si cede troppo presto, un bambino potrebbe usare queste "crisi" trasformandole in capricci per attirare l'attenzione.

  • Può essere d'aiuto che l'adulto cerchi un alleato, un altro bambino o bambina (l'operazione con le femmine è più semplice) che possa mostrare al bambino in crisi che ci si può relazionare a una situazione difficile (ad es. accarezzare il mostro, spiegare che è finto...). Occorre che l'adulto eviti, però, frasi del tipo : "Guarda lui che bravo! Non fa come te che piangi!Vedi che non ha paura?"

  • Superata la crisi, quando il bambino è tranquillo, è possibile provare a fargli affrontare la sua paura indirettamente con attività collaterali. Il giorno dopo la festa la Pivellina ed io siamo andate in un negozio di giocattoli e abbiamo comprato dei colori per il viso. Tornate a casa abbiamo giocato a pitturarci. Niente di particolarmente spaventoso: baffi da gattino, lentiggini da Pippi Calzelunghe. Lei si è divertita e spero che abbia iniziato ad assimilare il concetto che si tratta di un gioco, di un trucco che si può togliere. Altra attività collaterale può essere la lettura di un libro. Io ho trovato particolarmente indicato, per i 20 mesi della mia bambina :
       Ashbé J., Michi e Meo - Che paura! Babalibri, Milano, 2009.

 
 
  •  Potrebbe non essere necessario ritornare sull'episodio o sull'argomento direttamente. Utile è, invece, portare spesso il bambino a fare delle cose insieme. Anche solo la spesa, al parco, a trovare un amichetto. Così facendo ha modo di osservare mamma e papà e, oltre ad accrescere la sua fiducia verso di loro, avrà modo di osservare come reagiscono a situazioni che per lui sono di pericolo.

  • Meglio evitare di farsi sentire mentre si racconta ad altri l'accaduto.

  •  Quando il bambino avrà finalmente vinto le sue paure è importante fargli notare il suo successo, per valorizzarlo e per consolidare la sua autostima
*: anche se odio questo termine
Per questo post ringrazio : Nonna Bubu, Brazelton, Insegnante di Acquaticità

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