venerdì 16 novembre 2012

"Ma tu te la porti?"

Il complemento oggetto della domanda è La Pivellina.
La risposta alla domanda è (ed è sempre stata) "Sì".
La porto e l'ho sempre portata ovunque dovessi andare. Quando era piccola nel marsupio o nella fascia porta bebè. Poi siamo passati al passeggino, poi avevamo un tappetino da srotolare nelle grandi occasioni, poi lei ha deciso di muoversi sui suoi piedi e decide di posizionarsi, seduta, in piedi, a volte pure sdraiata per terra, a volte infilata nel carrello della spesa o nel cestino stile trolley.
Non è sempre stato facile. Ora va meglio perché riesce ad adattarsi alle situazioni in cui si trova, ma quando era piccola capitava che piangesse o che si stufasse, ma c'era poco da fare.
Devo dire che non ho mai avuto a disposizione qualcuno dove lasciarla anche solo per qualche piccola commissione e, quindi, l'unica soluzione è sempre stata quella di portarla con me.
Generalmente la gente è paziente, tutti sorridono, nei negozi le danno qualche piccolo gadget o regalino, nelle code qualcuno lascia anche il posto.
Io mi guardo intorno e vedo poche mamme che si portano appresso i figli. Di solito lasciano i bambini a casa, dai nonni, oppure rinunciano ad uscire, rimandano.
Peccato, perché all'estero non funziona così. In molti spazi pubblici (posta, banca, supermercati) ci sono tavolini per bimbi con libretti e giochi. Per non parlare dei ristoranti.
"Ma se me lo porto non mi lascia mangiare".
Mi fa ridere questa cosa. Ovvio che se ingozzi un bambino prima di uscire, vai al ristorante alle 20.30 e pretendi di stare al tavolo fino alle 23.00 con i tuoi amici, non ti lascia mangiare. Ma se lo abitui a sedersi a tavola con te, non organizzi un banchetto nuziale a 8 portate e sei disposto a fargli fare un giretto ogni tanto vedrai che ti lascerà mangiare. A meno che tuo figlio non sia un Gozzilla con la forza di 10 uomini che ti imbavaglia e ti incatena alla sedia per non farti mangiare.
Ovviamente occorre agire cum grano salis...Non andare a fare la spesa al sabato pomeriggio all'Esselunga, non andare all'ora dell'aperitivo nel locale più trendy della città e sperare che continui a fare la nanna, portarsi sempre qualche giochino o libretto che lo possa distrarre, trovare qualcosa di stimolante nelle varie situazioni.
E poi ci si può scatenare: ferramenta, meccanico, dentista (l'ultima volta la Pivellina si è fatta dare una sedia per stare vicina a me e darmi la mano), pizzeria, banca, posta, uffici, estetista, parrucchiere, supermercato, negozi...
Una mia amica li portava al corso di ballo liscio. Lei e il marito ballavano e i bimbi giocavano sui tappetoni. Quando erano stanchi si spostavano in una saletta più silenziosa e facevano la nanna, con le copertine e i peluches che lei aveva portato da casa.
Stima.
Grandissima stima.

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