mercoledì 12 dicembre 2012

Presepi

Ricordi sparsi di presepi:
 
- Non è un mio ricordo, è di Nonna Bubu. Riporto il discorso diretto, più o meno come mi è stato raccontato da lei:
"Quando ero giovane..non mi ricordo quanti anni avevo, facevo le magistrali a Monza dalle suore..vivevamo in 6 in una casa piccolissima, di 65/70 mq e dormivamo in 4 in una sola stanza.. Io avevo allora delle velleità creative e in quella stanza già sovraffollata, sotto Natale, avevo ricavato un piano dove allestire un presepe...Ci avevo messo l'anima. Avevo creato tutti i personaggi uno ad uno con il cotone idrofilo..Era uno spettacolo, tutto bianco, un paesaggio morbido ed innevato. Era piaciuto a tutti. Una sera erano venuti degli amici di mio fratello Alberto a trovarlo...ovviamente sono entrati in stanza dove io stavo studiando e hanno iniziato a fare i cretini..Mi sfottevano..."Che bel presepino" e io li mandavo a quel paese senza troppi complimenti...Alla fine uno proprio deficiente si è acceso una sigaretta e faceva finta, con l'accendino, di voler bruciare il presepe di cotone idrofilo "El brusi, el brusi" diceva in dialetto. ...Beh, insomma, alla fine ha avvicinato l'accendino un po' troppo e il presepe ha preso fuoco, poi il fuoco ha iniziato a prendere il tappeto ed altri mobili..Insomma è scoppiato un incendio.Siamo scappati fuori casa e sono arrivati i pompieri."
 
 
 
- Ero piccola. Capivo che stava arrivando Natale quando tu mi dicevi "Andiamo a raccogliere il muschio per il presepe". Infilavamo la giacca a vento e gli stivali. I guanti e il cappello no, noi eravamo dei duri. Zia Dotti era piccolina e non poteva venire con noi. Restava a casa con Nonna Bubu. Ci portavamo Tati, la bastardina dal pelo bianco e nero, che, appena capiva di essere in libera uscita, correva come un razzo, pazza, senza meta. Felice.
Andavamo in un bosco vicino a casa, allora lo chiamavamo La Roggia, ora è una zona industriale. Io ti dicevo "Papà, va bene questo?", "Va bene questo?E questo?" e indicavo qualche pezzo di muschio a caso. Ti mi rispondevi, la maggior parte delle volte, che era un pezzo troppo piccolo o che quello si sarebbe rotto. Mi spiegavi che cosa dovevo cercare e io ricominciavo. Poi ti dicevo che non ne vedevo altri e che erano tutti brutti. E tu, proprio in quel momento, dicevi "Ma no, guarda qui!" e ne trovavi uno bello, perfetto per noi. Magari proprio nel posto dove io avevo appena guardato senza vederlo.
Riempivamo una borsetta di plastica con vari strati e iniziavamo a rincorre Tati, per convincerla a tornare a casa. Sulla via del rientro, al tramonto, vedevamo le luci accese nelle case e, appena varcata la soglia, Nonna Bubu ci aspettava con il the caldo o con il budino o con la spremuta o con qualche altra merenda che andava di moda negli anni 80. Tu iniziavi a sistemare il muschio, lo sfondo stellato etc etc, ma io ero già appagata, mi ero già divertita tantissimo.
 
 
 

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